venerdì

- Ecco, ho trovato l'ultimo bug.
- L'ultimo? sei sicuro?
- Si, ed era la classica stronzata. C'era un'assegnazione nell'if invece del confronto.
Kurt si grattò la testa. - Altre 3 ore buttate così. Dai, fallo partire, che finalmente facciamo la prima run di prova.


Il pc prese a macinare codice. I due programmatori si stavano godendo la prima pausa dopo mezza giornata di lavoro: sigaretta, caffè, il silenzio della strada fuori dalla finestra. Occhi piantati sullo schermo. Kurt si sentiva la testa pesante, alcune fitte gli attraversavano il cervello di tanto in tanto. Programmare e stanare bug era molto divertente, ma alla lunga dava effetti collaterali. L'altro era solo un po' assonnato.

- Quanto tempo gli ci vorrà per passare il transitorio?
- Bho, penso mezz'ora. Forse meno forse più.



Un attimo di luce, poi buio all'improvviso, di nuovo. Da qualche parte c'era una musichina indefinibile che lo attirava e non sapeva se fidarsi o meno. La mano andava tentoni intorno a lui cercando di trovare qualcosa, anche per capire dove si trovasse. Trovò una penna.
- Che cazzo succede
Riuscì ad accendere la luce. Aprì la porta uscendo in un lungo corridoio illuminato col neon; la musica veniva da sinistra. L'istinto gli disse di andargli incontro.

Nella biblioteca le tre vecchie stavano pulendo per terra. C'era solo una ragazza a leggere sul tavolo in fondo, all'orario di chiusura mancava mezz'ora.

Il capitano guardava il tramonto nel deserto. Con la notte sarebbe arrivato il freddo e le sentinelle al cambio di guarda indossavano mantelli blu.
- Auguri sergente, tra un'ora festeggeremo il nostro terzo anno di guardia senza attacchi nemici.
- Auguri capitano! E' ancora incazzato che non succede niente?
- No! Stavo pensando di dare una festa, prendere tutta la vodka e distribuirla ai soldati! Almeno ci faremo due risate...
- Io l'ho sempre detto, preferisco stare qui a grattarmi la pancia piuttosto che correre in mezzo alle bombe.... E anche lei dovrebbe approfittarne per riposare e sfogarsi, concludere quel libro che tiene nel cassetto da quando è arrivato, allenarsi, ridere! Non può vivere di una cosa sola.
- All'inferno sergente. Non ce la faccio più.



- Non abbiamo ancora deciso come chiamarlo.
- Tu pensi troppo ai nomi. Non è importante.
- Se non è importante allora lo decido io?
- Sentiamo. Che avevi pensato?

La finestra di interfaccia finalmente si aprì.

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